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Sembra ieri che scrivevo dei miei primi passi sulla Rota Vicentina. Eppure, eccomi qui, un anno dopo, a tracciare un bilancio di oltre 230 chilometri percorsi e vissuti in questa splendida regione portoghese.
Questi mesi di volontariato sono stati per me un’esperienza incredibilmente arricchente, che mi ha trasformata su più livelli. Mi piacerebbe dunque condividere con voi, cari camminanti, un resoconto di questi 12 mesi: dei paesaggi che mi hanno accolta, delle persone che mi hanno ispirata e delle emozioni che questi luoghi hanno saputo donarmi.
Durante quest’anno ho avuto il privilegio di osservare la Rota Vicentina non solo da angolazioni diverse, ma anche attraverso esperienze uniche. Come molti di voi, sono rimasta subito affascinata dalle scogliere a picco sul mare e dalla forza selvaggia di questi scenari.
Vi starete forse chiedendo se, con il tempo, l’intensità di quei primi passi sia cambiata. La risposta è sì, mi hanno trasformata in modo abbastanza profondo.
Se inizialmente i miei occhi si perdevano nella vastità dei paesaggi – le scogliere, i campi dorati punteggiati di alberi da sughero, le casette bianche e blu – oggi quegli stessi panorami mi raccontano una storia più intima. Ora vedo le persone che vivono questi luoghi, una comunità accogliente, impegnata a custodire e proteggere il proprio territorio.
Vedo mulini a vento che svettano tra i campi di grano, testimoni di una tradizione che resiste al tempo. Sento il profumo dei medronheiros e ne conosco il sapore. Ho imparato ad apprezzare l’ombra di un sughero secolare nelle giornate di sole primaverile e a riconoscere l’accoglienza silenziosa dei portoghesi, nascosta nei gesti dei lavoratori del campo. Rimango incantata ad osservare i pescatori che percorrono i sentieri con i secchi pieni di ami e di rispetto per il loro fedele compagno oceano.
Questa è l’esperienza che vi invito a vivere esplorando i sentieri della Rota Vicentina: non limitatevi a camminare per macinare chilometri o per scattare una bella foto, ma immergetevi in questi luoghi. Parlate con le persone che incontrate lungo il cammino, rispettate la natura sotto i vostri piedi, e chiedetevi cosa raccontano i luoghi in cui soggiornerete o i piatti che assaporerete.
Qui, l’autenticità si respira ovunque, perché le persone vivono in armonia con il loro territorio, mantenendo vive tradizioni e valori di un tempo e sostenendo una comunità che si supporta a vicenda.
Dalla mia esperienza, posso dire che non c’è stato un solo istante in cui non mi sia sentita a casa. Fin dai primi giorni, ho trovato una comunità accogliente e solidale, in cui fino all’ultimo ho trovato supporto, come dimostrato nel festival JUNTES che io e la mia compagna di avventure Nina siamo riuscite a organizzare insieme, celebrando l’arte e la diversità del territorio.
Con questo invito, chiudo un capitolo di volontariato che ha segnato una trasformazione profonda. Sono contenta di aver trascorso quest’anno con Rota Vicentina, una famiglia che mi ha accolto a braccia aperte, un team che mi ha insegnato a guardare al turismo con occhi nuovi, prendendomi cura di un territorio e immaginando un turismo sostenibile, responsabile e rigenerativo.
Un ringraziamento speciale va al Corpo Europeo di Solidarietà, che rende possibili queste esperienze di crescita per noi giovani.
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